SSRI per l’abuso di MDMA

L’MDMA ( 3,4 – metilen diossi metil amfetamina o Ecstasy ) è un composto semisintetico ottenuto dal safrolo ( olio essenziale presente nel sassofrasso, nella noce moscata, nella vaniglia, nella radice di acoro e in altri vegetali ), venduto illegalmente sul mercato di strada come droga ricreazionale. Viene assunto in pasticche, in polvere da disciogliere e ingerire oppure da inalare ed è utilizzato prevalentemente all’interno di clubs, discoteche o rave party. L’uso/abuso diMDMA è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. Secondo l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction ( EMCDDA ), ad oggi, il tasso di prevalenza lifetime nella popolazione italiana è pari al 3%, confermando l’altissima diffusione della sostanza tra i giovani. L’MDMA agisce dopo 20-40 minuti dall’assunzione, raggiungendo il picco massimo di effetto dopo circa un’ora. La durata dell’effetto è compresa tra 4 e 8 ore. Solitamente l’utilizzatore sperimenta uno stato d’intenso benessere psico-fisico, con umore euforico, piacere, sintonia con gli altri ( effetto empatogenico) e con l’ambiente circostante ( effetto entactogenico ), potenziamento delle percezioni fino a vere e proprie allucinazioni ( uditive, visive e tattili ).

Il meccanismo d’azione dell’MDMA a livello cerebrale consiste nella stimolazione della trasmissione serotoninergica, sia mediante aumento del rilascio del neurotrasmettitore a livello sinaptico che mediante inibizione della ricaptazione della serotonina ( 5-HT ), oltre che mediante blocco dell’enzima monoaminoossidasi di tipo A ( coinvolto nella degradazione delle monoamine ). Tale massiccia stimolazione delle vie serotoninergiche determina, nei giorni o mesi successivi all’assunzione di MDMA, un effetto di rimbalzo legato all’azione neurotossica sui terminali assonici dei neuroni serotoninergici ed all’inibizione dell’enzima triptofano-idrossilasi ( enzima coinvolto nella sintesi della 5-HT a partire dal triptofano ). Se l’esposizione alla sostanza supera un certo grado ( variabile da individuo ad individuo ), il danno tossico a livello dei terminali serotoninergici sembra essere irreversibile.

Pertanto l’uso/abuso di MDMA è frequente causa di sintomi dello spettro ansioso-depressivo, con umore disforico o deflesso, stati d’ansia incontrollati, somatizzazioni, fino ad attacchi di panico, insonnia e riduzione dell’appetito ed altri.

Il trattamento di prima scelta della sindrome ansiso-depressiva conseguente all’abuso di MDMA consiste nella somministrazione di antidepressivi inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI), per ristabilire un’adeguata funzionalità delle vie serotoninergiche. All’interno di questa categoria di farmaci l’escitalopram, ad un dosaggio di 10-20 mg/die, sembra essere la molecola più adatta, per via della sua selettività farmacodinamica ( azione maggiormente selettiva per la serotonina rispetto agli altri SSRI ) e pertanto in virtù dell’assenza di effetti collaterali di rilievo, che mal vengono tollerati in una popolazione di adolescenti e giovani adulti, qual’è quella degli utilizzatori/abusatori di MDMA.

Per ulteriori approfondimenti sull’argomento si rimanda alla specifica letteratura scientifica.

Dott. Alessandro E. Vento.