Malati di sballo con droghe Ogm
Così la super marijuana ha cambiato il mercato dello stupefacente
È la droga 2.0, la cannabis geneticamente modificata, la sostanza che assicura uno sballo super con effetti fino a otto volte superiori alla norma. Non è una novità la sua presenza sul mercato. Di nuovo ci sono la velocità di propagazione, la grande disponibilità dovuta al paradosso normativo: la vendita dei semi non è punita perché sono privi di principio attivo (il delta-9-tetraidrocannabinolo, detto Thc), presente solo nelle foglie, quindi estraibile solo dopo la germogliazione. E il fatto che costa meno di quanto si pensi. Un grammo rende circa tre dosi Ogm, e solitamente lo stesso peso si paga circa cinque euro. E di modiche quantità una pianta ne fa parecchie. Per cui il business è alla portata di chi prova a sbarcare il lunario, è povero in canna e vuole offrire una spalla agli spacciatori correndo pochi rischi con la giustizia. Fino a poco tempo fa il traffico illegale era in mano agli albanesi. Erano loro a smerciare marijuana e l’hashish derivato, la resina prodotta dalle piante e confezionata in panetti. Sono stati abili concorrenti ma la provenienza nordafricana garantisce sempre il marchio di qualità: queste foglie al sole crescono che è una bellezza, e nei Paesi mediterranei chiaramente il meteo segna spesso bel tempo e temperature miti.
Il commercio fai-da-te ha fatto il miracolo commerciale facendo nascere startup della droga. Ora è possibile acquistare su Internet (e anche al negozio) i semi miracolosi e coltivarli tra le mura domestiche. Praticamente ambienti sofisticati dotati di lampade per emettere luce intensa che riproduca l’irraggiamento solare, timer per stabilire i tempi di esposizione, irrigazione automatica, tubi di scarico dell’aria che viene spinta sulle colture che assicurare la giusta ventilazione e l’ideale temperatura interna. E anche un diffusore di profumo per mitigare i forti odori. Un kit che si compra spendono sui tremila euro. I carabinieri di Tor Vergata, nella zona alla periferia est di Roma, hanno scoperto floride serre di cannabis in alcune cantine dei palazzi popolari di via Tenuta di Torrenova con 115 piante di cannabis alte tra i 180 e i 200 centimetri. È stata pure sequestrata una busta con 200 grammi di marijuana pronta per il confezionamento di circa 400 dosi. La cosa curiosa è che gli ambienti erano gestiti da un 55enne incensurato che per qualcuno – questo è il sospetto – si preoccupava di mantenere l’orto dello sballo come se fosse un vero giardiniere.
Gli ultimi dati che preoccupano li fornisce lo studio realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr diretto da Sabrina Molinaro. Il titolo: «Il consumo di sostanze psicoattive illegali nella popolazione studentesca: un focus sulla cannabis. «Il 27% degli studenti italiani – spiega – ha utilizzato almeno una sostanza illegale: di questi, l’85% ha fatto uso di una sola sostanza e circa il 15% possono essere considerati policonsumatori, quelli cioè che hanno usato 2 o più sostanze illecite durante l’anno». Nei consumi il Lazio è da record. «Sono le regioni site a Nord-Ovest della penisola (Piemonte, Liguria, Lombardia) e al Centro (Lazio, Umbria, Marche) – continua – a far registrare prevalenze di consumatori di almeno una sostanza illegale nell’ultimo anno superiori alla media nazionale (con valori compresi tra 27,8% e 30,4%)».
L’età si è abbassata. La prima tirata si fa a tredici anni, quando il cervello è ancora in pieno sviluppo. E gli effetti sono terribili. Un esempio lo fa lo psichiatra che lavora al Dipartimento salute mentale della Asl/C. Si chiama Alessandro Vento, responsabile anche dell’Osservatorio sulle tossicodipendenze in contatto con varie università internazionali. «Ho circa mille pazienti l’anno e il 30% di questi sono adolescenti. I soldi non fanno la differenza, lo stato socio-economico è irrilevante, si drogano ricchi e poveri. Ma non è bello vedere giovani che alla loro età già soffrono di disturbi psicotici, deliri, allucinazioni, attacchi di panico causati dall’uso di sostanze stupefacenti. A differenza dei loro coetanei che non sono consumatori di droga, questi soggetti hanno un quoziente di intelligenza più basso. Inoltre una più alta concentrazione di Thc rende la cannabis Ogm una droga pesante a tutti gli effetti. Cioè non è più la droga degli anni ’70, ma l’aspetto culturale ancora condiziona creando un sacco di problemi. Oggi – continua – si cercano di selezionare i semi di cannabis rendendo la pianta sempre più potente. Addirittura ci sono manifestazioni in cui i produttori si confrontano. Chi si droga ha una vita rovinata, destinato ad avere una malattia cronica».
Fabio Di Chio